Dalla loro scoperta, gli antibiotici hanno giocato un ruolo essenziale nel trattamento di numerose malattie infettive, contribuendo a migliorare significativamente lo stato di salute delle persone e degli animali. Questo miglioramento rischia, oggi, di essere vanificato dalla crescente diffusione di patogeni ad essi resistenti.
Negli ultimi anni, il fenomeno della resistenza risulta amplificato e accelerato dall'uso eccessivo e improprio, sia in medicina umana che veterinaria, degli antibiotici. Questi ultimi, esercitando forti pressioni selettive sulla popolazione microbica, possono produrre effetti deleteri sulla salute degli esseri umani e degli animali, a causa della perdita di efficacia della terapie, con conseguente rischio di maggior gravità e diffusione delle malattie.
L’utilizzo non corretto degli antibiotici in medicina veterinaria, oltre a comportare un aumento del potenziale rischio sanitario per gli allevatori, può essere responsabile della riduzione sia dell’efficienza degli allevamenti sia della sicurezza delle produzioni.. Se da un lato, infatti, sono già noti il rischio di contaminazione ambientale, dovuto alla presenza di germi resistenti nelle deiezioni degli animali trattati, e il rischio diretto per veterinari, allevatori e addetti ai lavori di acquisire resistenza agli antibiotici attraverso l’esposizione protratta o ripetuta a essi (ad esempio, attraverso la preparazione di mangimi medicati), dall’altro, l’impatto che l’impiego di antimicrobici nel settore zootecnico ha sul rischio di trasmissione di batteri resistenti all’uomo, in particolare attraverso il consumo di alimenti di origine animale, necessita di ulteriori approfondimenti.
L’utilizzo prudente degli antibiotici, inoltre, non può che essere strettamente connesso all’applicazione di elevati standard di benessere in allevamento e di biosicurezza aziendale. Ne consegue che un approccio integrato al fenomeno dell’ABR rappresenta un elemento fondamentale per contrastarne l’insorgenza.
Tra le principali azioni in veterinaria ci sono:
Per approfondire:
In linea con i principi del Piano d’Azione Globale sull’Antimicrobico-Resistenza (GAP) predisposto nel 2015 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e supportato da FAO (Food and Agriculture Organization) e OIE (World Organisation for Animal Health), il Ministero della salute si è dotato di un Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-resistenza (PNCAR) con un approccio "One Health", all’interno del quale si delinea anche la strategia veterinaria per la salute animale e la sicurezza alimentare.
Il Ministero della salute, in conformità con le linee di indirizzo della UE sul controllo dell’antibiotico-resistenza nel settore veterinario:
Tracciare il medicinale veterinario, sia in termini di vendita - dal produttore al destinatario finale (allevatore, ambulatorio veterinario, ecc.) - che di prescrizione - dal medico veterinario alla somministrazione al singolo animale/gruppo di animali - permette di incrociare le informazioni per garantire un più efficace sistema di farmacosorveglianza e un quadro molto più preciso del reale consumo di agenti antibiotici (es. per tipologia di allevamento, ovvero per specie animale e tipologia di produzione). Ciò rappresenta uno strumento essenziale per una valutazione del rischio e di gestione del fenomeno dell’antibiotico-resistenza, permettendo di intervenire in maniera quanto più mirata ed efficace per ridurne l’uso improprio degli antibiotici.
Gli Istituti zooprofilattici sperimentali, tra i vari compiti, si occupano di diagnosi delle malattie degli animali e di quelle trasmissibili all’uomo (zoonosi), rappresentando un importante supporto per il veterinario libero professionista, nell’ambito della sua attività clinica fornendo, su richiesta, servizi diagnostici specifici per la valutazione dell’antimicrobico-resistenza (antibiogramma). Presso l’IZS del Lazio e della Toscana è attivo il Centro di Referenza Nazionale/Laboratorio Nazionale di Riferimento (CNR-LNR) per l’antibioticoresistenza al quale afferiscono dal territorio le informazioni integrate di antibiotico-resistenza in agenti batterici di origine animale richieste dalle direttive comunitarie.
Tali dati alimentano il database gestito dal laboratorio e vengono utilizzati per la produzione dei report annuali previsti dall’EFSA e per le altre esigenze nazionali.
Sul portale del Centro di Referenza Nazionale sono a disposizione dei medici veterinari anche una serie di “pillole” pensate per fornire informazioni indipendenti su aspetti critici relativi ad alcune classi di antibiotici registrati per uso veterinario, con lo scopo di favorire la sensibilizzazione sui “principi di uso prudente” negli animali.
Per approfondire:
L'antibiotico-resistenza può propagarsi da paese a paese con lo spostamento di persone e animali o con gli scambi di alimenti, mangimi o altri possibili veicoli di resistenza antibiotica. È quindi necessario coordinare gli sforzi a livello europeo e mondiale.
L'antibiotico-resistenza non può essere risolta con sforzi isolati e settoriali ma va affrontata con un approccio attivo e olistico fondato sui rischi, in una prospettiva "one health", che vede la cooperazione intersettoriale (medicina umana e veterinaria, agricoltura, ambiente e commercio) a livello nazionale e internazionale.
Questi i principali organismi coinvolti:
Nel 1999, con l’emergere di forti preoccupazioni riguardo all’aumento dei rischi per la salute derivanti dalla resistenza agli antimicrobici, la Commissione europea ha imposto il divieto di utilizzare taluni agenti antimicrobici per incrementare la crescita ponderale.
Dal 1 gennaio 2006, con il regolamento (CE) N. 1831/2003, l’Unione Europea ha vietato l’utilizzo dei restanti antimicrobici utilizzati come promotori della crescita ponderale animale.
Piano d’azione contro i crescenti rischi di resistenza antimicrobica (2011 – 2016)
Nel 2011, la Commissione ha lanciato un Piano d’azione quinquennale destinato ad affrontare i crescenti rischi derivanti dall’antimicrobico-resistenza. Esso si basa su un approccio olistico, in linea con l’iniziativa "One Health", e prevede la partecipazione di tutti i settori e copre tutti gli aspetti della resistenza antimicrobica. Il piano mira innanzitutto a rafforzare la prevenzione ed il controllo dell’antimicrobico-resistenza nei settori umano, veterinario e alimentare nonché a garantire la disponibilità e prolungare l’efficacia degli agenti antimicrobici. Consta di 12 azioni specifiche da intraprendere nel settore umano e/o veterinario, comprendendo 7 aree in cui sono più necessarie le misure:
Tra le iniziative concrete volte ad attuare le azioni del Piano vi sono:
I risultati ottenuti da tutti i 28 Stati membri sono elaborati e resi pubblici sul sito dell’EFSA in una relazione di sintesi sulle tendenze e le fonti di zoonosi, degli agenti zoonosici e della resistenza agli antimicrobici.
Leggi:
Presso l’EMA è istituito il AWP (Antimicrobials Working Party). Tale gruppo, composto da un pool di esperti europei nei settori dell’antimicrobico-resistenza, fornisce supporto al Comitato per I Medicinali Veterinari (CVMP) sull’impiego e l’autorizzazione degli antimicrobici e raccomandazioni relative allo sviluppo di linee guida sull’AMR.
Un rafforzamento dei sistemi di raccolta dei dati di consumo degli agenti antimicrobici, sia nel settore della medicina umana che veterinaria, è una condizione fondamentale per la lotta alla resistenza antimicrobica.
Per tale motivo, la Commissione europea ha chiesto all’EMA di sviluppare un approccio per la raccolta e la rendicontazione di dati standardizzati ed armonizzati sull’uso degli agenti antimicrobici veterinari, basato su dati di vendita nazionali. L’Italia partecipa al progetto ESVAC dal 2010.
L’EMA ha anche sviluppato un nuovo database interattivo, accessibile agli operatori e a tutti i cittadini, che permette loro di conoscere i dati relativi alle vendite per specifici Paesi o per determinate classi di antimicrobici, così come creare grafici o mappe su misura.
L'EFSA è anch’essa coinvolta negli sforzi di sorveglianza dell’antimicrobico-resistenza. Controlla e analizza la situazione relativa alla resistenza agli antimicrobici di batteri zoonosici e commensali isolati da alimenti e da animali in tutta l’Europa, fornendo ai gestori del rischio supporto e consulenza scientifica indipendente sui rischi per la salute dell’uomo e degli animali derivanti dalla comparsa, diffusione e trasmissione di resistenza agli antimicrobici nella filiera alimentare e nelle popolazioni animali.
I dati relativi al flusso delle zoonosi vengono inviati annualmente all’EFSA che provvede ad aggregarli in una relazione di sintesi annuale dell’Unione europea sia come Report riassuntivi comunitari che come singoli Report annuali nazionali.
Leggi:
Dal 2011, l’EFSA elabora anche, in collaborazione con l’ECDC, una relazione annuale sulle zoonosi, sui focolai di origine alimentare e sulla resistenza agli antimicrobici, che illustra l’andamento della situazione in Europa, presentando i dati di resistenza anche di batteri zoonosici isolati da casi umani.
L'ECDC è un’Agenzia Europea istituita nel 2005 con lo scopo di identificare, valutare e comunicare i pericoli per la salute pubblica connessi a tutte le malattie infettive, conosciute ed emergenti, incluse quelle provocate da agenti zoonosici. Ad essa fanno capo la Rete Europea di Sorveglianza delle Malattie Infettive Gastrointestinali dell’uomo provocate da Salmonella, Campylobacter ed E. Coli Verocitotossici (Enter-Net) e il Sistema Europeo di Sorveglianza dell’Antibiotico-resistenza (EARSS) che monitora annualmente i livelli di antimicrobico-resistenza in sette microrganismi indicatori responsabili di infezioni umane (Streptococcus pneumonite, Staphylococcus aureus, Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Escherichia coli, Klebsiella pneumonia, Pseudomonas auruginosa).
Leggi:
L’OIE ha dedicato una sezione specifica del Terrestrial Animal Health Code all’uso prudente e responsabile degli antimicrobici nel settore veterinario, descrivendo tutti gli adempimenti che ogni singolo operatore della filiera del medicinale veterinario (dalla fase pre-autorizzativa al consumatore finale) è tenuto a rispettare.
Inoltre, nel Manual of Diagnostic Tests and Vaccines for Terrestrial Animals vi è un’area dedicata alle metodiche di laboratorio per la determinazione dell’antimicrobico-resistenza (Part 3 - Laboratory methodologies for bacterial antimicrobial susceptibility testing).
L’OMS ha sviluppato un Piano d’Azione Globale (Global Action Plan for antimicrobial resistance) per combattere la resistenza antimicrobica, con l'obiettivo di garantire, il più a lungo possibile, la continuità del successo dei trattamenti terapeutici e la prevenzione delle malattie infettive con medicinali efficaci e sicuri, di qualità garantita, utilizzati in modo responsabile e accessibili a tutti coloro che ne hanno bisogno.
Esso individua cinque obiettivi strategici:
Per approfondire:
Data di ultimo aggiornamento 24 novembre 2021