Ogni Regione può avere delle procedure leggermente diverse. E’ bene dunque rivolgersi ai servizi veterinari delle ASL competenti sul territorio o a medici veterinari libero professionisti abilitati ad accedere all’anagrafe regionale degli animali d’affezione. Il veterinario pubblico o privato, al momento dell’applicazione del microchip, rilascia il certificato d’iscrizione all’anagrafe.
E’ bene segnalare il ritrovamento alla Polizia Municipale, attenendosi alle istruzioni dalla stessa fornite e al Servizio veterinario dell’Asl territorialmente competente.
Va verificato con l'apparecchio in dotazione ai sevizi veterinari delle ASL, della Polizia municipale e dei veterinari liberi professionisti autorizzati.
Il microchip è un piccolo dispositivo elettronico innocuo, di forma cilindrica di 11 millimetri di lunghezza e 2 millimetri di diametro, rivestito di materiale biocompatibile, che viene iniettato sotto la cute del cane con una speciale siringa sterile monouso, al suo interno contiene un codice numerico che identifica inequivocabilmente il cane stesso.
Il microchip non ha carica, il circuito è attivato dal campo elettrico del lettore che è in grado di rilevare il numero al suo interno (il codice a quindici cifre).
La fabbricazione segue standard definiti da norme internazionali: qualsiasi sia il produttore, i microchip sono costruiti in modo analogo e non c’è il rischio che due microchip abbiano lo stesso numero quindi non ci può essere sovrapposizione dei codici.
Tutti i cani, gatti e furetti che viaggiano al seguito dei proprietari in ambito comunitario ed in provenienza da Paesi Terzi debbono essere muniti di passaporto ai sensi del Regolamento UE 577/2013
Devi identificare il cane con un microchip, iscriverlo all’anagrafe canina, sottoporre il cane a vaccinazione antirabbica e rivolgerti alla ASL competente sul territorio.
All’interno dell’Unione Europea può essere autorizzata la movimentazione di cani, gatti e furetti di età inferiore ai tre mesi, non vaccinati, purché siano muniti di passaporto e abbiano soggiornato dalla nascita nel luogo in cui sono nati, senza entrare in contatto con animali selvatici che possono rappresentare una fonte d’infezione per la rabbia, o purché siano accompagnati dalla madre da cui sono ancora dipendenti. Tutto ciò non vale per l’Italia che, pur facendo parte dell’Unione Europea, non ha attuato questo tipo di deroga. La movimentazione da e per l’Italia non è dunque consentita prima dei tre mesi e ventuno giorni, periodo necessario per consentire la vaccinazione e la protezione nei confronti della rabbia.
Collegarmi immediatamente, tramite internet, al sito del Ministero della Salute , aprire le pagine dedicate all’anagrafe animali da affezione e nell’apposito spazio digitare le 15 cifre del numero identificativo del microchip. Appariranno i riferimenti che si debbono utilizzare per ritrovare il proprietario del cane.
No, esiste anche il tatuaggio ma solo per i cani iscritti all’anagrafe prima del 1° gennaio 2005, data in cui il microchip è diventato l’unico sistema identificativo nazionale.
All’interno della coscia destra. Era una pratica che comportava non pochi problemi: lo scolorimento progressivo delle sigle tatuate, la presenza di peli che ostacolano la lettura e la necessità di sedare o a volte addirittura anestetizzare il cane per tatuarlo. Il codice del tatuaggio si compone di solito del codice comunale, le due ultime cifre del codice ISTAT, la sigla provinciale ed un numero progressivo in genere a quattro cifre. Il codice del microchip, per lo standard europeo invece è una sequenza di 15 numeri.
Il codice di allevamento, che ovviamente è apposto sui cani di razza, in genere è localizzato sull’orecchio sinistro ed è strutturato con l’ultima cifra dell’anno in corso, la sigla provinciale ed un numero progressivo in genere a tre cifre. La sigla provinciale può essere sostituita da un acronimo a tre cifre, che indica l’allevamento di provenienza.
Certamente si, utilizzando l’apposito spazio previsto, ma la ricerca è sempre meglio farla in parallelo, nel senso che è sempre bene verificare comunque la presenza del microchip. E’ da sottolineare tuttavia che il tatuaggio fornisce immediatamente alla lettura la sigla della provincia di appartenenza del cane.
Ormai tutte le Regioni sono in grado di far confluire le informazioni presso la Banca dati nazionale con buone probabilità di ritrovare il proprietario dell’animale.