È un tumore che colpisce il collo dell’utero, la parte più bassa che sporge in vagina. Insieme al tumore del colon-retto è al quarto posto tra i tumori più frequenti tra le donne giovani (0-44 anni) .
E' il primo tumore riconosciuto dall'Organizzazione mondiale della sanità come totalmente riconducibile a un'infezione. L'agente responsabile è il papillomavirus umano (HPV).
Il tumore del collo dell’utero è causato da un’infezione persistente da papillomavirus umano (HPV), trasmesso per via sessuale e molto frequente soprattutto nelle giovani. La maggior parte delle infezioni regredisce spontaneamente; quando l’infezione persiste nel tempo si formano lesioni nel collo dell’utero, che possono evolvere in cancro. Il rischio di cancro dipende fortemente da alcuni tipi ben identificati di virus HPV ma è favorito da: scarso accesso alla prevenzione, numero di partner, giovane età di inizio dell’attività sessuale, stati immunodepressivi, fumo di sigaretta e contraccezione ormonale.
Il tumore è preceduto da alterazioni del tessuto che riveste il collo dell’utero, chiamate displasie. Alcune displasie possono regredire spontaneamente o rimanere invariate senza provocare danni all’organismo.
Una piccola percentuale può invece evolvere in un tumore vero e proprio, impiegando circa 10-15 anni.
Il cancro della cervice uterina può essere efficacemente prevenuto sia mediante la vaccinazione contro il Papillomavirus, sia attraverso la diagnosi precoce (Pap test, HPV-DNA test).
Eseguire regolarmente il Pap test. In questo modo si possono identificare le displasie, curarle e impedire la comparsa del tumore. Se tutte le donne tra i 25 e i 64 anni effettuassero questo esame ogni 3 anni, i casi di tumore del collo dell’utero diminuirebbero del 90%.
Recentemente, visto il ruolo indispensabile di alcuni tipi di virus HPV (cosiddetti ad alto rischio) nello sviluppo del cancro della cervice uterina, le Regioni sono state sollecitate a mutare il test di screening.
Il nuovo test di screening si baserà sulla ricerca dell’infezione dell’HPV ad alto rischio, dovrà essere effettuato non prima dei 30 anni ed essere ripetuto con intervalli non inferiori ai 5 anni. Il prelievo è simile a quello del Pap-test.
Se il test HPV risulta positivo la donna dovrà sottoporsi ad un Pap-test.
Se anche questo è positivo la donna dovrà sottoporsi a colposcopia.
Se invece la citologia non presenta alterazioni importanti la donna ripeterà il test HPV dopo un anno.
Dai 25 a 30-35 anni l’esame di riferimento rimane il Pap test da eseguirsi ogni tre anni . Questa scelta è dovuta al fatto che in giovane età la probabilità di avere una infezione da HPV è molto alta senza che questa assuma una importanza clinica.